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lunedì 11 luglio 2011

Il futuro fa ben sperare

Leggete che pezzo meraviglioso mi manda il mio amico Luca, un ragazzo di 27 anni. Meno male che esistono ancora giovani così. Spero vorrà ancora omaggiarmi della sua bella ed intelligente scrittura.

Non so se vi sia mai capitato di essere convinti di una cosa e pensare: “Ma come cazzo fanno questi a pensarla diversamente, è così evidente che è giusto come dico io!”. Ecco, a me capita spesso ed in particolare mi è capitato questa mattina, quando ho partecipato ad una discussione che aveva come tema il rapporto tra i cittadini italiani e gli immigrati.

Devo ammettere che inizialmente ero restio allo scrivere nel blog, e ancora adesso non ne sono pienamente convinto; ho l’impressione che le parole, soprattutto in questi ultimi tempi, si sprechino. Si sprechino letteralmente, ossia le cose importanti sempre di più non vengono còlte perché (aspetto negativo della democrazia, a mio avviso) sono sempre più numerosi gli spazi dove si può parlare e in troppi hanno l’occasione di farlo, anche chi non ha nulla da dire o, peggio, dice scemenze. E sempre più persone “pubbliche” dicono scemenze. Cosa mi ha convinto a partecipare ad intervenire in questo blog allora? Forse l’illusione che anche solo una persona, che magari la pensa diversamente da me (ma non sia così estremista), leggendolo, trovi lo spunto per riflettere riguardo la situazione attuale e la propria posizione in merito, avendo il coraggio di metterla in dubbio. Questo credo sia l’aspetto più importante della democrazia: l’essere in grado di mettere in dubbio le proprie idee a favore delle idee degli altri, qualora queste ultime risultassero migliori. Concetto che a mio parere, nel 2011, i politici italiani faticano a comprendere; alcuni per l’ignoranza culturale che li limita (per tanti, quando li sento parlare, mi chiedo come facciano ad essere lì dove sono e perché io debba essere governato e rappresentato proprio da loro?!), altri per una più subdola questione di convenienza.

In questi giorni, da più parti, molti miei concittadini si sono letteralmente scagliati contro persone provenienti da paesi stranieri che da poco sono venute a vivere ad Adria. Ne ho lette e sentite di tutti i colori: girano per le vie del centro per rubare nei negozi, sputano per terra, si ubriacano, ti seguono per strada (!!!), puzzano, si vestono indecorosamente (ma siete mai stati a Porto Viro dieci anni fa? Erano tutti vestiti così! Canottiera bianca, abbronzati anche il 20 dicembre, gel, orecchino. In più loro avevano anche le Buffalo, forse erano peggio!)... addirittura c’è chi si lamenta perché alcuni stan seduti fuori da casa loro e osano guardare i passanti. Allora si sono proposti diversi “rimedi”: scavare delle buche nei campi e buttarceli dentro, tagliar le mani di chi delinque o bruciarli tutti con un lanciafiamme. Questa riflessione è rivolta in particolar modo alle persone che han scritto di queste cose (e alle molte altre che, pur non avendole scritte, le pensano).

Davvero si può essere convinti che un individuo possa essere giudicato esclusivamente per il fatto di provenire da un Paese con una cultura diversa dalla nostra? E’ possibile questo? Oppure è solo una moda, per giustificare la mancanza di coraggio nel tentare di capirla questa cultura, prima di giudicarla e condannarla? Un luogo comune, che porta a criticare un comportamento in maniera differente a seconda di chi lo tiene, se un italiano o uno straniero? Una scelta “comoda”, per avere a portata di mano un capro espiatorio che metta d’accordo tutti quanti? A me non hanno fatto paura i ragazzi della mia età che ho visto qualche giorno fa, vicino al grattacielo, alle 5 di mattina aspettare un passaggio per andare a lavorare come carpentieri per pochi euro l’ora. Come non mi fa paura la coppia rumena che mi abita a fianco: il ragazzo in due anni ha cambiato tre lavori, accettandone anche a 80km da qui, la ragazza lavora dalla mattina alla sera e la loro figlioletta parla perfettamente l’italiano. Quelli che li condannano (senza conoscerli, evidentemente), nella peggiore delle ipotesi, quando non hanno un lavoro, hanno una famiglia alle proprie spalle che provvede al loro sostentamento. Questi non hanno niente! Ma credete seriamente che se uno stesse bene a casa sua, farebbe le valigie, mollerebbe tutto e andrebbe a vivere a migliaia di chilometri di distanza?

Si dice che è una questione culturale, che con certe genti noi “occidentali” non andremo mai d’accordo. A me non piace come i musulmani trattano le donne. Non perché io sia contro i loro costumi, semplicemente perché penso che la donna sia pari all’uomo. D’altronde non mi piace neppure chi paga le donne per comprare il loro corpo (e questa pratica è diffusa in occidente)! Se a trattar male le donne sono i musulmani allora apriti cielo, ma se lo fa il Presidente del Consiglio italiano va tutto bene, anzi è un figo della madonna che da ottuagenario è ancora sessualmente attivo. Pur non essendo uomo di chiesa, non mi piace che in medioriente non si possano costruire luoghi di culto cattolici. Ma sono altrettanto preoccupato del fatto che in Italia ci sia della gente che risponde a questo tentando di proibire la costruzione di moschee. Della serie: occhio per occhio, dente per dente (Codice di Hammurabi, 1750 a.C.). Possibile che in poco meno di 4000 anni non siamo riusciti a fare un passetto avanti? Gli estremisti e le teste di cazzo esistono ovunque, purtroppo. E potrei andare avanti ore a far ragionamenti di questo tipo, che potrebbero sembrare retorici, ma non lo sono. Servono (almeno a me sono serviti) per riflettere, e per affermare che non è possibile combattere la violenza con altra violenza e la stupidità con altrettanta stupidità.

A mio avviso sbaglia chi, con violenza, si scaglia contro il diverso. Allo stesso modo sbaglia chi, investito della responsabilità di una carica istituzionale, tace davanti a questi fatti. Sbaglia molto di più invece chi, pur tuttavia investito della responsabilità di una carica istituzionale, si scaglia contro il diverso, instillando tra il popolo che lo ha eletto a proprio rappresentante la paura di qualcosa che non esiste, al fine di ottenere il consenso. Poi è chiaro che se un partito un giorno sì e uno anche minaccia di “imbracciare i fucili” e ammette le “ronde”, il cittadino si sente legittimato a sparare al negro o al rumeno di turno, o per lo meno ad odiarlo. E ad ogni disgrazia che gli capiti sa a priori a chi dar la colpa. Capisco che questa è la soluzione più semplice, rispetto al più difficile processo di integrazione. Ma non credo sia la soluzione giusta.

La soluzione giusta credo sia innanzi tutto riconoscere la dignità a chi, straniero, arriva nel nostro Paese. Contrastando chi, ad esempio, gli offre un lavoro sottopagato approfittando della sua condizione di senza-scelta, in cui spesso gli extracomunitari vengono a trovarsi. La soluzione giusta credo sia ristabilire in questo Paese il principio di legalità che si è perso, cancellando quello di impunità secondo il quale si può far quel che si vuole senza temere alcuna punizione. Anzi, più la fai grossa e meno sono le probabilità di esser beccato. In questo modo se un extracomunitario che stupra una donna viene estradato (ma davvero però) o incarcerato non sarà più una notizia, ma la normalità. E non sarà più una notizia neppure il fatto che a stuprarla sia stato un extracomunitario, perché chiunque sia stato subirà lo stesso trattamento e verrà punito. Ma non con la violenza privata, bensì attraverso la legge dello Stato.

A questo intervento si possono muovere milioni di critiche; è giusto così, viene pubblicato in un blog proprio per questo motivo. Spero però che le critiche siano costruttive e intelligenti. Qualsiasi critica intelligente è conseguenza di un ragionamento intelligente e aiuta il confronto tra persone intelligenti, che è sempre una cosa positiva. Questo intervento non vuole convincere né far cambiare l’idea di nessuno, ma se anche solo ad una persona, leggendolo, è venuto il dubbio che ultimamente si sia esagerato un po’ e che forse si stia andando oltre la ragionevolezza, allora avrà avuto un’utilità.

Per concludere, un omaggio a chi mi ha invitato a scrivere nel suo spazio: queste parole sono dedicate a te, Juanin, chiunque tu sia. Continua in quel che stai facendo, non farti zittire da nessuno!

« ...che sempre l’ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte.»
F.Guccini - Canzone per Silvia



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