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lunedì 12 settembre 2011

Una campagna importante

Campagna contro il precariato giornalistico. 


UN'INFORMAZIONE PRECARIA = UNA DEMOCRAZIA PRECARIA


550.000 €
[stipendio annuo del direttore del Tg1 Augusto Minzolini (spese extra escluse)]

662.000 €
[reddito lordo 2010 di Michele Santoro in Rai]

1.200.000 €
[reddito lordo 2010 di Bruno Vespa in Rai]

7.489 €
[reddito medio annuo giornalista con contratto co.co.co (2009, Veneto)]

1 Minzolini = 73 precari
1 Santoro = 88 precari
1 Vespa = 160 precari

Lo sapevate che i giornali italiani, ogni giorno, sono scritti per più della metà da giornalisti precari, non contrattualizzati, lavoratori “a cottimo” pagati un tot a pezzo pubblicato, e non pagati se il pezzo non viene pubblicato?

Lo sapevate che tutti i giornali locali, ma anche quelli nazionali non scherzano, vivono grazie ai precari che, ogni giorno, corrono da una conferenza stampa all'altra, ma spesso non hanno diritto a un rimborso per la benzina? Per non parlare di tutele per la maternità e la malattia, che semplicemente non esistono?

Lo sapevate che se i “freelance” - ma è meglio dire “precari dell'informazione” - scioperassero per un giorno, i giornali uscirebbero pieni di “buchi” e pagine bianche?
Ma non possono farlo, perché nei loro confronti non è prevista nessuna tutela rispetto al possibile “licenziamento”, ma è meglio dire “cessazione unilaterale della collaborazione”.

Abbiamo pubblicato qui sopra gli stipendi di giornalisti noti della Tv, confrontati con il guadagno medio di un precario. Abbiamo scelto nomi famosi della Rai perché i loro compensi sono pubblici, mentre non conosciamo quelli delle “grandi firme” della carta stampata. Ma le proporzioni crediamo non siano molto diverse.

Nella maggior parte dei quotidiani i collaboratori vengono pagati da 5 a 25 euro lordi per un pezzo pubblicato: un articolo può comportare ore di lavoro al computer, spostamenti con mezzi propri, telefonate a carico del collaboratore. Non c'è nessuna corrispondenza tra la "fatica" fatta e il pagamento: un articolo costato ore di lavoro può ridursi sulla pagina a una "breve", se nel frattempo è "salita" una notizia più importante.

La carta stampata riceve centinaia di milioni di euro di contributi dallo Stato ogni anno, ma lo Stato non chiede agli editori in cambio di garantire compensi minimi e tutele contrattuali ai collaboratori.

Venerdì 7 e sabato 8 ottobre diciamo BASTA!
Per due giorni saranno i LETTORI italiani a fare sciopero.
Smetteranno di comprare i giornali, per lanciare un segnale forte e chiaro:
UN'INFORMAZIONE PRECARIA = UNA DEMOCRAZIA PRECARIA

In quei giorni sarà sottoscritta la “Carta di Firenze” scritta da Ordine dei Giornalisti e Fnsi per tutelare la “dignità della professione giornalistica”. Facciamo in modo che non rimanga solo uno slogan!



Qui trovate la pagina Facebook 

7 commenti:

  1. Il precariato è diventato il “nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro” in Italia. Migliaia di lavoratori, di ogni sesso e età, sono assunti con contratti a tempo e precari, dall'industria all'artigianato, dal commercio all'edilizia passando per l'agricoltura. Per quanto riguarda la marina mercantile e l'armamento, il Ministero dei Trasporti distribuisce ogni anno miliardi di Euro agli armatori però questi da anni non imbarcano più l'allievo di coperta. Morale della favola, andiamo a prendere ufficiali e sottufficiali all'estero, soprattutto filippini, quindi sui ¾ delle navi mercantili battenti bandiera italiana, gli ufficiali di coperta e macchina sono stranieri. Idem il Ministero dell' Agricoltura. Miliardi di Euro di sovvenzioni e tutti i lavoratori dell'agricoltura e stagionali, sono precari. Ora parlare di giornalisti mi fa sorridere. Certamente quello del giornalisti non è certo un lavoro logorante ne tanto meno rischioso. Si sa : quella dei giornalisti è una delle tante “caste” italiane quindi, anche se il giornalista dovesse gettare fango su qualcuno, ho fornire dati inesatti se la cava sempre invocando il “diritto di cronaca” e la “riservatezza delle fonti”. Un giornalista che lavora come esterno per Telechiara mi ha raccontato di una volta che stava correndo in macchina a Treviso per la conferenza stampa del solito politico. Fermato dalla stradale, ha minacciato gli agenti di denunciarli per interruzione di pubblico servizio se non lo avessero fatto andare via. Questi, verificato il suo tesserino di iscrizione all'albo, lo hanno lasciato andare via ! Capito ! Cito poi la Gabanelli e Striscia la notizia, che ha fronte delle migliaia di denunce e centinaia di processi, se la sono spesso cavata con l'assoluzione. Che dire poi dei tanti sig. Rossi d'Italia, sottoposti al pubblico ludibrio sulla carta stampata e, dopo l'assoluzione, nemmeno citata in ultima pagina. Non accapponate la pelle : l'80 % degli inquisiti da Tangentopoli, sono stati tutti assolti perchè il fatto non sussiste, per insufficienza di prove o per sopravvenuta prescrizione. Bene, pochissimi giornali hanno riportato queste notizie mentre facevano a gare a chi faceva la prima pagina più bella per l'avviso di garanzia a questo e quello. Ecco perchè difendere una casta come quella dei giornalisti mi sembra veramente una esagerazione, visto poi il livello di informazione, anzi di “sottoinformazione” che abbiamo in Italia. Io non credo che l'informazione precaria pregiudichi la democrazia. La democrazia ha altri strumenti di attuazione, (cose assolutamente non note ai tuoi discepoli), e poi e' il sistema stesso dell'informazione italiana che è ingessato. Giornali asserviti a lobby e partiti, che rispondono esclusivamente agli interessi del loro editore, e poi ancora la formula del cartaceo. In America paghi un abbonamento di 5 Euro al mese e consulti, via internet, tutti i giorni e a tutte le ore tutti i giornali. Ma voi pensate veramente che un giornalista che prende 2000 Euro al mese sia veramente in grado di offrire un'informazione obbiettiva, imparziale e corretta ? Io sinceramente no ! Fino a che il giornalista sarà a busta paga da un editore, non ci sarà mai obbiettività nell'informazione. E anche i consorzi di giornalisti hanno fallito, perchè subentrano gli interessi degli inserzionisti e del distributore. L'equazione che tu hai composto (informazione precaria=democrazia precaria), per me è sbagliata poiché, ripeto, la democrazia si basa su altri valori, su altri concetti, su altri moti di spirito e culturali. Tutti concetti, per tanta gente che frequentano il tuo blog e la tua pagina Facebook, del tutto sconosciuti. Ma di questo parlerò in un prossimo post. Questa è la mia opinione, che sicuramente darà fastidio a qualcuno, che sicuramente sarà imprecisa in alcuni punti, ma che sicuramente merita il rispetto democratico e umano. Vediamo un po . . .

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  2. Sono disgustata da questi numeri. Nonostante nutra in generale poca simpatia per un certo tipo di giornalismo impiccione, sempre di lavoro si tratta. E so bene che contratti orripilanti abbiano, così come so bene quanto sia difficile studiare per diventare giornalista. Penso che una categoria del genere vada salvaguardata per quel diritto all'informazione assolutamente inalienabile in una società civile e democratica. So, poi, che non saranno certo la maggioranza, ma vogliamo parlare di tutti questi giornalisti corrispondenti dai posti di guerra, o i giornalisti come Gatti?! Spero ricevano il compenso adeguato un giorno.

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  3. Io personalmente conosco giornalisti che pigliano 2800 euri al mese per guardare le partite di Eccellenza e serie D!E questo vi sembra un lauto compenso??
    Conosco altresì gente che non viene nemmeno pagata per gli articoli scritti oppure viene pagata dopo mesi e mesi...
    La cosa dovrebbe essere regolamentata con maggior equità.Non trovate?

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  4. Questa volta il Sig. Gallimberti mi trova pienamente d'accordo sia nei contenuti che nella modalità con cui ha saputo esprimere il concetto.
    Questi buffoni si arrogano il diritto di screditare la gente pubblicamente senza nemmeno sapere di cosa stanno parlando.
    Se io mi comporto come loro al lavoro vengo primo denunciato e poi licenziato...che vadano a lavorare veramente o, come tutti i liberi professionisti e/o dipendenti, si prendano le responsabilità di quello che scrivono.

    Saluti V

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  5. @ Anonimo: sono assolutamente d'accordo con lei.

    @ Signor V: secondo me generalizzare non è mai né corretto né utile per trovare una soluzione.

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  6. Salve Claudia,
    a mio malincuore non sto generalizzando e la soluzione c'è ed è molto facile...come ho già avuto modo di sottolineare nel mio precedente intervento; è solo questione di responsabilità.

    Il concetto di "troppa" democrazia nella libertà di stampa è diviso da una linea molto sottile dal concetto di anarchia.
    Un pò di rigore non fa mai male...invece ogni giorno vedo tonnellate di carta che in un modo o nell'altro devono essere riempite...che tristezza...e che povera Italia...siamo alla frutta, anzi tra poco non avremo nemmeno quella!!!

    Saluti V

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  7. Guardi, sono assolutamente d'accordo con il suo ultimo post, solo che "Questi buffoni si arrogano il diritto di screditare la gente pubblicamente senza nemmeno sapere di cosa stanno parlando." a casa mia è generalizzare :) Certo è che non spetta, sempre secondo me, ai semplici fruitori decidere cosa sia da pubblicare e cosa no, ma è una cosa che dovrebbe venire "dall'alto" o dagli organi preposti... L'unica cosa che possono fare tutti è non comprare il determinato giornale!

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