Per la nostra rubrica “Eccellenze Adriesi” ho l’onore di intervistare un artista di fama mondiale, conosciuto e stimato in tutto il mondo per le sue opere dal forte impatto cromatico ed emotivo, il Pittore Lupesio Spadon.
JMN: Caro Lupesio, grazie per averci concesso questa intervista. Come ha fatto la sua arte a diventare così rinomata negli ambienti dell’alta borghesia italiana? So che i ricchi fanno a gara per assicurarsi una sua opera…
LS: Vede, caro Giovacchino, è nato tutto per scommessa. Una sera ero al bar dalla Pina a bere duro molteplici birri e vari Fernet (miscià insieme) e mentre conversavo amabilmente con il mio amico Aron, disegnavo sui tovagliolini di carta che si usano per nettarsi la bocca. Insomma, Aron mi fa: “Ara ca tiè bravetto a disegnare, ahn, a te podarisi sì diventare n’artista!” Io gli ho risposto: “Te parli ben tì, belo, l’è mina facile! Come se fa?”. Aron, il mio poliedrico amico, mi ha risposto “Te lo digo mì come ca se fa. Te mandi do quadri insmerdà da Andrea Diprè e altri a Telemarket. Mi creo dei siti fasulli di critica d’arte dove scrivo ca tiè bravo e dopo te vedi come ca vendemo!” E così facemmo. Incredibile! Nel giro di pochissimi giorni riuscii a vendere tutti i quadri e poi la richiesta divenne sempre più frequente, tutti volevano uno Spadon nei loro salotti. Dunque ho ciapà un fià de criceti, sette marisangole e otto upupe, g’ho versa del colore de sora e li ho molà in te na stansa piena de tele bianche. Dopo 3 giorni ho verto e le tele erano tutte bellamente e deliziosamente colorate. Peccato che molte bestie erano morte…
JMN: Ma lei è un mostro!
LS: Ho capì, ma i schei jè schei! Me so fatto i miliardùn, sa belo? Tutti matti per i miei quadri. Aron l’è diventà el me menager e passiamo le serate tra il Mary e i locali di lusso della Adria da bere tolendo per il culo quelli che vanno a lavorare.
Uno Spadon originale |
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